museo-di-san-costanzo

Sede: Piazza della Vittoria, Palazzo Cassi 9 – San Costanzo

Apertura:
da lunedì a venerdì: dalle 8.00 alle 12.00
martedì e giovedì: dalle 16.00 alle 18.00
chiuso sabato e domenica

Informazioni:
Tel. 0721 950158
www.kontrotempo.it
cultura@comune.san-costanzo.pu.it

Storia del museo
Situato nel centro storico, il palazzo, realizzato alla fine del XVIII secolo, fu la residenza del conte Francesco Cassi, di nobile ed antica famiglia pesarese. L’ interno conserva alcune tempere realizzate alla fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento che decorano i soffitti del piano nobile. A casa Cassi furono ospitate le più importanti personalità del mondo artistico e letterario nel corso del XIX secolo. Ricordiamo tra gli ospiti il conte e letterato Giulio Perticari, cugino del Cassi, la moglie Costanza e il padre di lei Vincenzo Monti (1754-1828) uno dei più grandi esponenti della poesia neoclassica. Nel Teatro della Concordia di San Costanzo, Giulio Perticari fu più volte
protagonista insieme alla moglie Costanza ed egli morì proprio a Palazzo Cassi il 26 giugno 1822. Dopo alcuni passaggi di beni il palazzo fu acquistato dal Comune nel 1863 per farne la propria residenza e fu inaugurato nel 1888. Oggi è in via di definizione il progetto per la creazione di un Centro per i beni e le attività culturali a Palazzo Cassi già sede della Quadreria comunale, Sala archeologica e Sala delle incisioni, della Biblioteca e del Centro Studi Perticari. L’ istituendo Centro Studi ospiterà anche una mediateca e l’ Archivio storico del Comune.

Contenuti

L’origine della piccola Quadreria comunale di San Costanzo è comune a quella delle raccolte museali di tante altre cittadine. I dipinti, risalenti ai secoli XVI-XVIII, provengono, infatti, per la maggior parte, da chiese, cappelle, oratori non più officiati o demoliti. Opere di provenienza non ecclesiastica, e forse parte dell’antico arredo di Palazzo Cassi, sono invece i due ritratti ottocenteschi e le due belle vedute risalenti al XVIII secolo. Troverà la sua destinazione definitiva nelle sale del Museo l’ affresco staccato in corso di restauro proveniente dalla interessante chiesa del cimitero raffigurante una “Madonna col Bambino”. La sala archeologica dell’abitato protostorico e della necropoli picena mostra reperti provenienti dall’ abitato e dal sepolcreto entrambi localizzati in Contrada Rio, l’ uno in prossimità dell’altro, sulla propaggine collinare naturalmente difesa tra le valli dell’Inferno e dei Preti. L’ abitato è testimoniato quasi unicamente da frammenti di vasi in ceramica, raccolti per lo più in campi arati che testimoniano una lunga durata dalla tarda età del Bronzo fino al V/IV secolo a.C.

Il sepolcreto è documentato essenzialmente per il periodo attorno l’ VIII secolo a.C. e di poco successivo, con tombe ad inumazione in semplice fossa nella nuda terra e corredi funerari come si conoscono nella ben nota necropoli di Novilara e a Montedoro di Scapezzano. I pezzi esposti provengono in parte dagli scavi della Soprintendenza del 1920 e per il resto da acquisti e sequestri di quanto veniva trovato sui campi da contadini a altri raccoglitori. Si tratta soprattutto di oggetti di abbigliamento personale in bronzo, ambra e osso, ma anche di qualche punta di lancia e rasoio in bronzo (da sepolture maschili) nonché alcune fusaiole e un rocchetto di terracotta (da sepolture femminili). Sulla sinistra della Quadreria si apre una sala dove sono esposte 22 incisioni datate per lo più fine XVIII e XIX secolo. Sono tutte scene di soggetto napoleonico che sicuramente necessiterebbero di studi più approfonditi.

Opere e collezioni da segnalare
Nella Quadreria è notevole “Il Battesimo di Costantino” del pesarese Terenzio Terenzi detto il Rondolino (1575ca.-1621). Nella Sala Archeologica i resti più interessanti sono due piedi realizzati a pasta grigia, i quali presentano nella parte interna del fondo un graffito alfabetico e documentano la fase più recente dell’abitato (V-IV sec. a. C.).

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