CARPINO NERO

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Il nome del genere deriva dal greco “ostreion, conchiglia, in quanto le brattee che avvolgono i frutti sono gonfie, dilatate come le valve di una conchiglia. Il carpino nero ha areale europeo centromeridionale, dal sud della Francia fino all’Asia minore e al Caucaso.
Entra a far parte dei boschi termofili di latifoglie degli orizzonti
submontano e montano, spingendosi fino a 1200 metri di altitudine.
Specie
frugale, si adatta a colonizzare ambienti degradati e impervi, su terreni calcarei, asciutti, anche superficiali, che sfrutta grazie alle radici che non spingono in profondità; ha spiccata azione miglioratrice del terreno, si dissemina con facilità e ha eccellente capacità pollonifera. La pianta è utilizzata per produrre legna da ardere e carbone di buona qualità; il legno è mediocre, rossiccio, duro e resistente, impiegato in modo analogo a quello degli altri carpini. I rami giovani si possono usare come vimini per lavori d’intreccio; le foglie sono un discreto foraggio per il bestiame. In qualche caso è usato nelle alberature stradali, dimostrando apprezzabili qualità ornamentali.


ROVERELLA

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L’areale della roverella, molto esteso, comprende l’Europa centromeridionale e orientale, dai Pirenei all’Asia Minore. È comune negli ambienti collinari e montano inferiore, dove forma boschi puri o misti con cerro, carpinella, orniello e acero campestre. Molto frugale, si adatta a terreni calcarei, argillosi, aridi, rocciosi e si presta a colonizzare ambienti denudati. Eliofila, sensibile al gelo, è tra le querce una delle più adatte a sopportare condizioni di aridità. La roverella produce legname resistente. Molto limitato il suo interesse come pianta ornamentale. Nell’alimentazione umana si utilizzano le ghiande delle varietà dolci, previa tostatura, per produrre un surrogato del caffè.


ACERO CAMPESTRE

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L’acero campestre è frequente nei boschi di latifoglie, negli orizzonti collinare e montano fino a 1200 metri di altitudine, prediligendo posizioni soleggiate, pur essendo tra gli aceri il meno esigente per la temperatura. Vegeta sui terreni freschi e profondi, rifuggendo quelli troppo umidi o troppo aridi: è dunque complessivamente pianta mesofila. Specie a lento accrescimento, viene poco utilizzata come ornamentale, eventualmente per creare siepi, in quanto resiste bene alla brucatura degli animali e a potature drastiche. Il legno, rossastro, durevole, ha applicazioni per manici di attrezzi e come combustibile. Il fogliame è utilizzato come foraggio per ovini e caprini.


ORNIELLO

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L’orniello ha areale proprio dell’Europa sudorientale, dove vive dal piano fino a 1100-1300 m di altitudine. S’incontra frequentemente nei boschi termofili degli ambienti collinare e montano; è specie poco esigente per quanto riguarda il terreno, adattandosi anche a rimboschimenti su terreni aridi, sia calcarei che argillosi. Il legno è utilizzato essenzialmente per paleria, manici di attrezzi e come combustibile. Oltre al legno, importante prodotto dei frassini, soprattutto dell’orniello, è la manna; da incisioni praticate nel fusto di piante che abbiano da sette a dodici anni di età sgorga un succo che si rapprende rapidamente all’aria. Viene raccolto e utilizzato in medicina come blando lassativo.


FAGGIO

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Il faggio ha vasto areale centro-europeo, ed è il più importante costituente dei boschi di latifoglie del piano montano. Si trova in formazioni pure o associato abeti, pini, tasso, frassino maggiore, olmo montano, aceri, sorbi, ciliegio selvatico, carpini fino a 1400-1800 m di altitudine. Non è particolarmente esigente per il terreno, purché sia ben aerato e drenato, e non troppo acido; soffre per gelate tardive e forte vento. Questo bell’albero è molto diffuso per la grande importanza forestale, governato e ceduo o fustaia. Il legno è il principale prodotto del faggio; di color bianco-rosato, piuttosto duro e compatto, ha impiego in falegnameria, si presta ad essere curvato a vapore e si adopera per fabbricare mobili; infine, è ottimo combustibile. I frutti, detti faggiole, vengono utilizzati come mangime per suini; da essi inoltre si può estrarre olio. Le foglie fresche rappresentano un foraggio discreto per gli animali.


SORBO MONTANO

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Il farinaccio o sorbo montano è distribuito in tutta Europa, eccetto le regioni scandinave. Vive nei boschi collinari e montani, nelle radure, fino a 1600 m di altitudine. Predilige substrati calcarei, ma ha notevole adattabilità: pianta eliofila, tollera aridità e basse temperature. Per le modeste dimensioni raggiunte dai fusti, il legno del sorbo montano ha impieghi limitati. I frutti sono mangerecci, anche se piuttosto insipidi.

LECCIO

leccio

Il leccio è diffuso e abbondante nelle regioni mediterranee; lo incontriamo nel piano della macchia sempreverde e, dove le condizioni climatiche lo consentono, anche nel piano superiore caratterizzato dal castagno, fino a 700-1000 m di altitudine; costituisce boschi puri o misti. La lecceta si può considerare la più caratteristica formazione dell’orizzonte mediterraneo. Il leccio si dimostra specie adattabile nei confronti del terreno, su cui esercita un’azione miglioratrice. Tollera condizioni di aridità molto spinte, ed è poco esigente nei confronti di luce e temperatura. Ha accrescimento lento ed è molto longevo, raggiungendo anche mille anni di età. Questa quercia è fortemente utilizzata come pianta ornamentale molto decorativa. Il legno, di colore rosso-scuro, molto duro e pesante, è difficile da stagionare e da lavorare.


TEREBINTO

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Il terebinto è specie mediterranea, ed entra nella costituzione della macchia penetrando nell’entroterra. Pianta eliofila che partecipa alla formazione della macchia mediterranea su suoli calcarei e tollera le basse temperature. Il legno, ad alburno giallastro e durame bruno, ha limitate utilizzazioni in lavori di ebanisteria, ma di solito ha ridotte dimensioni.

GINESTRA

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La ginestra è un arbusto eliofilo molto diffuso nelle zone aperte ed assolate come le rupi, i cespuglieti ed anche i boschi radi di roverella; oltre ad essere una pianta molto bella e decorativa, spesso funge da importante elemento colonizzatore di substrati scoperti e franosi.

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