borgo-pace

Borgo Pace, trae le sue origini dal Castrum Abbatiae del Piano de l’Aiola situato alla sommità di un colle, poi Castel Bavia, ossia il castello del basso medioevo costruito a difesa dell’Abbazia di Lamoli, che aveva un alro castello a difesa sulla montagna del Passo di Bocca Trabaria. Del Castello di Bavia rimangono vestigia romaniche, gotiche e rinascimentali, poste al di spora di una precedente villa romana, fornita di bagni riscaldati.

Le popolazioni ben presto scesero verso il piano, sviluppato un secondo nucleo che prese il nome di Burgo Pacis, Borgo della Pace, Borgo Pace.

Un’antichissima tradizione, certamente originata dal fatto che le legioni romane di Cesare Ottaviano, Antonio ed Emilio Lepido costeggiano il Metauro ne percorsero l’intera valle, vuole che nel 40 a.c i tre condottieri romani si siano incontrati appunto nel luogo dove oggi sorge Borgo Pace. Qui avrebbero gettato le prime basi di quella pace poi conclusa in una piccola isola sul fiume Reno, nei pressi di Bologna, dando origine al Triunvirato.

Nel Medio Evo la Massa Trabaria, di cui il territorio di Borgo Pace faceva parte, era un piccolo cantone forestale di proprietà privata della Santa Sede ricchissimo di foreste d’alto fusco. Nell’alto Medioevo assolse al ruolo di terra tributaria di tronchi per le basiliche romane.

La storia di questo piccolo feudo si può dividere in tre periodi, il primo fino al XII secolo, come “patrimonium” ecclesiastico, il secondo fino al 1376 come “comunità” provinciale, il terzo fino al 1631 come parte del Ducato di Urbino.

Durante il XII secolo mentre la zona circostante era frazionata in piccole signorie o feudi e nell’Italia centro settentrionale iniziavano a formarsi i Comuni cittadini, la Massa Trabaria era strutturata in comunità territoriale, una sorta di federazione unitaria di piccole comunità arggruppate in quattro distretti: Mercatello, Sant’Angelo in vado, Belforte e Sestino. Fu la Chiesa ad amalgamare ed a unificare in una sola “provincia” oltre 100 territori castellani, anche distanti tra loro, ubicati nei bacini montani di quattro fiumi diversi: Marecchia, Foglia, Metauro e Candigliano. Questa originale federazione comunitaria durò circa due secoli e rappresentò il simbolo della “libertis ecclesiastica” in un territorio di piccoli tiranni.

Nella seconda metà del ‘300m l’unità territoriale si frantumò e il territorio passo al conte Antonio da Montefeltro. Sotto questa dinastia, particolarmente nel periodo del suo più grande esponente, Federico II, l’intera area conobbe la splendida stagione del Rinascimento Urbinate.

Nel 1631, con l’estinzione della casa dei Della Rovere, succeduta ai Montefeltro, il territorio dell’antica Massa Trabaria entrò a far parte dello Stato della Chiesa assieme alle alte città del Ducato di Urbino.

Nel periodo Pontificio avvenne l’istituzione del Comune di Borgo Pace che risale al 1827, in quella data Papa Leone XII scorporò dalla giurisdizione del Comune di Mercatello sul Metauro i territori dei “castelli” di Lamoli, Castel dei Fabbri, Scompiano, Palazzo Mucci, Parchiule, e Dese, e li aggregò in quello di Borgo Pace facendo di questo il capoluogo della circostante area appenninica.

Il nuovo Comune continuò a far parte dello Stato della Chiesa fino alla formazione del Regno d’Italia.

Dal 15 al 28 agosto 1944 si consumò la tragedia di Borgo Pace. All’alba del 28 Agosto 1944 l’antico paese, da tempo diventato caposaldo tedesco, fu interamente raso al suolo, questa non fu che la più disastrosa della molte distruzioni provocate dalla guerra; qui infatti passava la Linea Gotica, per difenderla l’esercito tedesco aveva distrutto le strade e i ponti allo scopo di interrompere le comunicazioni con l’Umbria, la Toscana e la Romagna con l’intento di rallentare l’avanzata degli alleati e favorire la ritirata delle sue truppe.

Nel contempo i monti dell’Alpe della Luna, nei queli avevano trovato riparo molti giovani di tutta la provincia, furono teatro della lotta partigiana contro il nazifascismo. Borgo Pace è stata dichiarata “terra martire della guerra” ed “eroe”, di sacrifici e di comprensione fraterna e sociale.

Le casse URRA costruite nel dopo guerra, dono del popolo americano, in parziale sostituzione die quelle distrutte, testimoniano la catastrofe bellica subita anche dalla nostra comunità e spiegano perché oggi il centro si presenta con una fisionomia moderna.

Articoli correlati

thumbnail

Madonna del Giro della Valle del Foglia – Urbino

Grande festa l’11 e il 12 maggio per celebrare l’antica tradizione marchigiana della Madonna del Giro della Valle del Foglia che rico...

thumbnail

3° Festival della Casciotta – Urbino

Urbino si trasforma in tavola imbandita con i prodotti tipici della zona del montefeltro...tra arte, scienza e cibo, mostre mercato art...

thumbnail

Sapori & Motori –
Lido di Fano

Una manifestazione in grande stile non poteva farsi sfuggire la possibilità di avere come vetrina il litorale di , già attrezzato per l...

Entra nel sito