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Vallugola è un vero e proprio angolo di paradiso che si trova a metà fra i due promontori che dividono Gabicce Mare da Castel di Mezzo, un luogo immerso nei boschi del Parco di San Bartolo fatto di un porticciolo ed una meravigliosa spiaggetta, riparata dai venti e dalle brezze marine e famosa per la sabbia bianca e finissima e per le acque cristalline del suo mare.

Storia – Al tempo dei romani, la linea di costa era molto diversa dall’attuale ed il porto di Vallugola era una specie di fiordo entro cui il mare penetrava assicurando la possibilità di un approdo sicuro per le navi. Conosciuta già dai tempi antichi, Vallugola doveva essere ben apprezzata dai naviganti greci che non perdevano mai di vista la costa e si rifornivano d’acqua potabile proprio in questa insenatura. Il porto ebbe maggiore importanza ed attrezzature dopo l’anno Mille, tanto che le controversie sorte per il possesso del promontorio tra ravennati e pesaresi, avevano come fine ultimo proprio il controllo dello scalo della Vallugola. Poichè il Porto di Pesaro, alla foce del fiume Foglia, era costantemente ricoperto di sabbia e sassi, quello della Vallugola divenne porto ducale con tanto di capitano e di ufficiale che riscuoteva le gabelle.

Si imbarcavano manufatti locali, fave, vasi ed otri pieni di vino, olio e graniglie, che provenivano dal ricco retroterra. Il ritrovamento nei pressi di Santa Marina di Focara di frammenti di vasi attici del V° secolo a.C. e di molti altri oggetti, testimonia l’antica esistenza sulle coste del San Bartolo di un porticciolo in cui approdavano navi greche che risalivano l’Adriatico per raggiungere Adria e Spina. Il porto, che inizialmente prese il nome generico “di Focara”, si spostò in epoca romana nell’insenatura di Vallugola, e restò vitale per tutto il medioevo fino all’epoca moderna. Dall’analisi dei reperti archeologici rinvenuti si presume che fosse costituito da moli realizzati su palafitte e fosse dotato di ampi magazzini in cui depositare le merci.

Dopo le invasioni barbariche e la liberazione del territorio ad opera dei bizantini, l’impulso dei commerci gli diede una nuova importanza, tanto che qui transitavano tutte le merci provenienti dalla Dalmazia. Secondo la toponomastica locale, il nomignolo Vallugola potrebbe derivare da Valle lucula (valle scura per la presenza del bosco) o Valle dell’ugola, in relazione al noto fenomeno dell’eco che qui si può ascoltare. L’ipotesi più accreditata vuole però che il nome tragga origine da Vallisi uvula, diminutivo di uva, e sembra significare “valle dei piccoli vini”. E proprio il vino, insieme a farina, grano, fave e fichi, era uno dei prodotti più trafficati.

Lo scalo rappresentava anche un’importante integrazione al porto di Pesaro, che essendo costruito alla foce del fiume Foglia era spesso soggetto a piene e insabbiamenti; Vallugola inoltre, era più facilmente raggiungibile per le contrade delle vicine colline, che caricavano qui le proprie merci essendo vicino alla via consolare Flaminia. Anche per i naviganti rappresentava un importante approdo d’emergenza, e ciò grazie alla presenza dell’antica fonte Mida, che garantiva una scorta d’acqua potabile facilmente fruibile. Quando i Della Rovere decisero di deviare il corso del fiume Foglia e di attivare nel 1614 il porto a Pesaro, Vallugola perse completamente di importanza.

La Leggenda di Val Bruna – Si narra, da tempi ormai remoti, che intorno alla Vallugola, nascosta dal mare e dal suo fondale sabbioso, vi sia sommersa una città di origine romana chiamata Val Bruna. Per anni e anni, studiosi, sommozzatori, esperti geologici ne hanno cercato i resti e le testimonianze invano e dell’Atlantide dell’Adriatico, scomparsa misteriosamente nelle nebbie dei secoli, non vi sono tracce epigrafiche. Nonostante ciò, molti giurano di aver visto nelle giornate più limpide, in cui le acque sono più calme e trasparenti, i ruderi di antiche abitazioni, templi, colonne e strade. Quello che è certo è dimostrato dai vari ritrovamenti di terrecotte, anfore, frammenti di statue e mosaici nei pressi di Fiorenzuola, Gabicce e Vallugola. Questa zona, sempre esposta ai raggi del sole e riparata dai venti e dalle brezze marine, era fittamente popolata sin dall’epoca antica, per cui su tutto il territorio erano presenti ricche ville di commercianti, magazzini, granai, frantoi e botteghe.

La spiegazione dei più scettici ai reperti archeologici trovati, è che la falesia, scivolando in mare durante i secoli, abbia trascinato con se i resti di questi insediamenti. Tra le testimonianze storiche, delle civiltà antiche del territorio, troviamo un’epigrafe in vetta alla collina sopra Vallugola, la quale racconta che al tempo dei greci vi era un tempio dedicato a Giove Sereno, protettore dei naviganti, i quali, seguendo la sua grande fiamma che attraversava ed illuminava le tenebre della notte, potevano arrivare a destinazione sani e salvi.

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