sassocorvaro

Le origini del borgo di Sassocorvaro non si conoscono precisamente. Le prime fonti scritte in cui viene citato il Castello di Monte Rotondo sito in prossimità dell’attuale luogo ove sorge il paese risalgono al 1061. Il suo centro si sviluppa nei secoli seguenti fino al 1200. Epoca in cui il piccolo borgo di Castrum Saxi Corbari era retto da una famiglia locale fedele ai ghibellini.

L’origine del suo nome fa capo a varie ipotesi. Potrebbe derivare da “Sasso nido dei corvi”, animali che tuttora si annidano sulla collina, da “Corbarius”, cavaliere templare presunto fondatore del borgo, oppure dal termine latino “Corbis” che significa “Cesta”. Durante la seconda guerra mondiale il ponte sul fiume Foglia che univa la popolazione della vallata da quella residente in collina, fu fatto saltare in aria nel 1944. Lo ricorda nitidamente il barbiere Brugnettini, memoria storica del paese. L’impresa fu portata a termine da un singolo tedesco in sidecar, che riuscì a minare e far saltare il ponte senza incontrare alcuna resistenza. La preparazione fu lunga e meticolosa e durò molte ore. Il tedesco, solo, scese sotto il ponte, terminò di collegare le mine, ma nessuno osò intervenire, tanto meno i partigiani. Alla fine del 1944 questi ultimi agivano indisturbati a causa dello sbando delle forze di polizia per il passaggio del fronte sulla linea gotica (il confine era il fiume Foglia), ma si dedicavano soprattutto ad azioni di brigantaggio. Emblematico è il caso dell’omicidio del giovane di Ca’ Ringuccio che non voleva partecipare alla rapina da Elpidio, il noto commerciante della Madonna del Mozzicone. Elpidio fu derubato di ogni bene e il giovane che non volle partecipare trucidato per paura che facesse nomi, poiché conosceva tutti i componenti della banda di manigoldi.

Celebre è la Rocca ubaldinesca che ha visto l’intervento dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini. Questa rocca fu la sede del salvataggio di oltre 10.000 opere d’arte (tra cui La tempesta del Giorgione, la Città ideale e altre opere di famosi artisti come Piero della Francesca) che furono nascoste negli anni 1943-1944 dal Sovrintendente alle belle arti di Pesaro e Urbino, Pasquale Rotondi, per evitare di essere trafugate dai nazisti in fuga verso la Germania.[1]

A valle dell’abitato, nei pressi della frazione Mercatale, si trova un lago artificiale creato grazie alla costruzione di una diga che sbarra il corso del fiume Foglia. La diga è stata costruita negli anni ’50. Il bacino contiene circa 6 milioni di metri cubi di acqua e serve per l’irrigazione dei campi coltivati a cereali, frutta ed ortaggi, a favore di tutta la vallata del Foglia fino alla città di Pesaro. Attorno al lago (che d’inverno viene svuotato per impedirne il riempimento di detriti) si trovano luoghi ideali per passeggiate e scampagnate.

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