chiesa dei morti urbania

Sede: Chiesa dei Morti, via F. Ugolini – Urbania

Informazioni:
Tel. 0722 313140 – Fax: 0722 313179 (Ufficio Turismo e Cultura – Corso Vittorio Emanuele II, 21)
www.urbania-casteldurante.it
turicult@comune.urbania.ps.it

per visite guidate:
Tel. 349 8195469 (Giovanni Maestrini)

Nella valle ricca di querce il fiume stringe Urbania, l’antica Casteldurante, famosa in Europa per la sua ceramica del ‘500. La città offre curiosità paesaggistiche e ambientali assieme a varie testimonianze di un passato da riscoprire per le sue chiese e palazzi storici. Ogni anno si organizzano ad Urbania corsi di lingua, premi letterari, una stagione estiva ricca di appuntamenti e di mostre di rilevanza nazionale.

La Chiesa dei Morti, già Cappella Cola fino al 1836, ornata da un bel portale gotico, conserva al suo interno il Cimitero delle Mummie noto per il curioso fenomeno della mummificazione naturale, dovuto a una particolare muffa che ha essiccato i cadaveri succhiandone gli umori. Nel 1833 furono esposti dietro l’altare 18 corpi già mummificati estratti dai sepolcri vicini, in seguito all’istituzione dei cimiteri extraurbani per effetto dell’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804. Alla sistemazione dei corpi provvide la Confraternita della Buona Morte, fondata a Casteldurante nel 1567, sotto la protezione di S. Giovanni Decollato (all’interno della chiesa è visibile una rappresentazione del Santo, opera di Giustino Episcopi). I suoi compiti erano di provvedere al trasporto gratuito e alla sepoltura dei morti, specie degli indigenti, all’assistenza dei moribondi, oltre alla registrazione dei defunti in uno speciale libro, fino alla distribuzione delle elemosine ai poveri. Durante la cerimonia funebre i “fratelli” indossavano una veste bianca con cappuccio nero sul capo (come si può vedere all’interno della chiesa nel personaggio al centro, il Priore Vincenzo Piccini, ideatore della necropoli).

Le mummie di Urbania attendono il visitatore ognuna con la sua storia da raccontare: al centro del gruppo sono posti il priore Vincenzo Piccini, la moglie Maddalena e il figlio (che furono mummificati in seguito, con procedimenti chimici e non naturali), mentre di particolare rilevanza tra le altre mummie ci sono quella del fornaio detto “Lunano”, di una giovane donna deceduta di parto cesareo, di un giovane accoltellato in una veglia danzante con lo squarcio della lama (di questo personaggio viene mostrato il cuore essiccato e trafitto dal pugnale), quella dell’impiccato e infine la mummia dello sventurato che, si racconta, fu sepolto vivo in uno stato di morte apparente e si risvegliò nella tomba. Ma lasciatevi svelare dal custode le nascoste vicende di tutti i personaggi.

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